di Consolata Maesano
CAMPO CALABRO – “Pionieri della buona terra”: questo il nome del progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai dipartimenti del servizio civile e della gioventù. L’iniziativa, che mira alla valorizzazione del forte umbertino Poggio Pignatelli di Matiniti superiore attraverso la sinergia tra le istituzioni e l’associazionismo locale, è stata ufficialmente presentata presso la sala consiliare del comune di Campo Calabro sabato mattina.
«Si tratta di un progetto di promozione sociale e territoriale, che vedrà coinvolti 20 giovani. Essi riceveranno una formazione adeguata per la gestione e la valorizzazione del poggio Pignatelli. Vogliamo che i ragazzi accettino la sfida di rimanere in questa terra, di mantenersi e realizzarsi anche facendo squadra. Andarsene è facile, ma rimanere è alternativo e innovativo. Questa terra ha dei luoghi fantastici e la vista mozzafiato dal fortino lo testimonia», spiega Antonino Iero, presidente dell’associazione “Per amore della mia terra”.
«È un progetto formativo, da cui usciranno professionisti competenti e forniti di ottimi strumenti. L’offerta prevede un programma denso e completo, finalizzato a tramutare le competenze in conoscenze», proseguono gli esponenti dell’associazione Archigramma, Giuseppe Putortì e Giuseppe Quattrone. Che aggiungono: «Tanto spazio verrà dedicato alla comunicazione extra territoriale, nazionale ed europea, tramite il potenziamento del settore dei social network, del media marketing e della comunicazione integrata. Una preparazione all’altezza di questo immenso patrimonio storico, purtroppo non noto abbastanza: fa male vedere l’assenza delle fortificazioni umbertine nei libri di storia che studiano i nostri ragazzi».
«I giovani capiranno che senza far rete non si può proprio nulla», racconta Aldo Riggio, presidente dell’associazione “Italia Nostra”. «Miriamo infatti – continua Riggio – all’acquisizione di un metodo di gestione in grado di rendere il territorio vivibile e caro a chi lo visita. Learning by doing, ossia imparare facendo: questo il nostro imperativo, attraverso un percorso graduale. Dall’acquisizione delle conoscenze di base alla loro trasformazione in competenze; dal caso di studio alla simulazione di un progetto d’impresa, fino all’avvio della fase di valorizzazione. Un percorso impegnativo, che apre diverse prospettive e che fa comprendere come nessuna iniziativa possa aver successo se la gente non la fa propria. Ecco perché puntiamo tanto sull’applicazione del principio di sussidiarietà».
Entusiasta anche il primo cittadino campese Sandro Repaci: «Abbiamo accolto questa iniziativa con molta emozione, in quanto ci fornisce un’occasione davvero importante per dare testimonianza dell’impegno civile e dell’amore per i territori e i luoghi, da sfruttare e valorizzare con sommo rispetto. La rigenerazione non riguarda solo i posti, ma passa anche attraverso le pratiche amministrative: questo progetto innescherà un circolo virtuoso che coinvolgerà i giovani e il territorio, tramite un’immensa opportunità di crescita».
Poi un’altra sfida: «Sarebbe anche carino ipotizzare (ma al momento è solo allo stato ideale) la creazione di un parco dei fortini, che coinvolga le strutture sul nostro territorio. Siamo come contadini: se piantiamo un seme oggi dobbiamo avere molta pazienza, ma tra molti anni otterremo una quercia».
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