VILLA SAN GIOVANNI. Dimissioni Liberto, Cassone attacca: «Mancanza di rispetto deplorevole e paradossale»

VILLA SAN GIOVANNI – Lascia la presidenza e lo scranno di consigliere comunale Patrizia Liberto, che ha tramutato in fatti quanto ipotizzato nei giorni scorsi in una lettera al sindaco facente funzioni Rocco Cassone. L’ormai ex numero uno della massima assemblea cittadina abbandona a se stessa una maggioranza con la quale, forse, non ha mai legato granché, fatta eccezione per Antonio Messina e pochissimi altri.  Lei, la prima presidente del Consiglio donna, proposta da Messina e votata dall’intera assise, ha comunicato la propria scelta mentre tutti si aspettavano che convocasse il consiglio comunale; mentre tutti (o quasi) pensavano che il suo forfait avrebbe riguardato solo le deleghe (Contenzioso e Protezione Civile), rimesse nei giorni addietro. Liberto ha ridotto la coalizione “Villa nel cuore” a sole 8 persone, tra le quali però Francesca Porpiglia sembra lanciare segnali distensivi con la convocazione (da vicepresidente) della Commissione Bilancio. E adesso cosa succederà? La drammaticità del caso è evidente, e Cassone ribatte a muso duro alla Liberto: «Apprendo con stupore – scrive in una nota – la decisione “sofferta” e legata ad una “profonda riflessione” della consigliera Liberto Patrizia che ha deciso di dimettersi da presidente del Consiglio e da consigliera comunale. La sua allusione al senso di responsabilità non la esime però dall’offendere la dignità e il grande senso di responsabilità di alcune Persone, ancor prima che consiglieri (mi riferisco al Dott. Marco Santoro, al Dott. Nino Giustra e al Prof. Giuseppe Donato) i quali di certo non sono e non si sentono semplici sostituti, ma consiglieri comunali a tutti gli effetti di legge; questa mancanza di rispetto – ammonisce Cassone – è quanto mai deplorevole e paradossale, ed altrettanto iniquo è stato l’atteggiamento della Liberto, la quale ha tenuto in ostaggio un intero Consiglio comunale, con comportamenti a dir poco irresponsabili, assentandosi e adducendo impegni personali che hanno ritardato oltremodo la convocazione di un Consiglio comunale che deve trattare con urgenza argomenti strutturali ed indifferibili (rasentando le omissioni di atti d’ufficio e superando comunque i limiti  di decoro istituzionale). Le strategie personalistiche poste in atto dalla Liberto sono ormai chiaramente palesi e appartengono ad un modo di fare politica da respingere e condannare. Quando si parla di democraticità e di rappresentanza bisogna conoscere bene la materia, come recita bene un detto latino “rem tene, verba sequentur!”. Chiaramente noi abbiamo il dovere supremo di portare a termine gli atti dovuti nell’esclusivo interesse della nostra comunità e i comportamenti personalistici restano fini a se stesse e, ne sono certo, saranno compiutamente valutati dai nostri concittadini». Oggi riunione di maggioranza per decidere il da farsi. Il gruppo, ormai in 8, è ancora legittimato ad andare avanti, ma è ovvio che è difficile. L’eventuale convocazione del consiglio spetterebbe a Pietro Caminiti, che ancora non ha lasciato la carica di vicepresidente.

fra.me.