VILLA SAN GIOVANNI – Di seguito il comunicato del consigliere comunale Antonino Placido Giustra: Appaiono stupefacenti le notizie diffuse in conferenza stampa dagli uomini del PD, che tra l’altro fanno i ventriloqui di altri pezzi di minoranza, se non altro perché tentando di dimostrare grande coerenza, scivolano in una macroscopica contraddizione che finisce per smascherarli.
Da una parte si ostinano ad affermare di voler mantenere fede al ruolo di consigliere comunale, mentre dall’altra rinunciano ad esercitare il ruolo, perché è nel consiglio comunale che si perfeziona. Una posizione diventa incomprensibile e che rischia, nella confusione che essi additano, di non far capire nulla alla città.
Contraddizioni non si esauriscono così. Gli uomini del PD – ma anche la Lottero e Morgante – continuano ad affermare di non volersi dimettere, però certificano la fine ad una esperienza amministrativa che (per loro) sarebbe giunta al capolinea sotto il profilo politico, amministrativo e giudiziario.
Sul piano strettamente etico – e questo deve essere sottolineato – se questo fosse vero, non si capisce il perché loro non abbiano ancora rassegnato le dimissioni. Anzi le avrebbero dovute rassegnare da tempo, senza tentare di strumentalizzare una vicenda giudiziaria – quella delle concessioni demaniali – che attiene a passate amministrazioni, rincarando la dose con altre vicende che avrebbero reso lecita la loro affermazione se fatta al momento.
Proprio il mio subentro, e quello di altri colleghi – ricordo al PD – è figlio del rispetto delle norme che prevedono – a torto o a ragione – la sospensione degli amministratori in carica. E ora si arriva al paradosso, secondo il PD, di un dovere – foss’anche solo morale – della maggioranza, di dimettersi perché rispetta la legge?
Sul piano sostanziale, invece, ricordo che noi abbiamo fatto parte di una squadra che nel 2015 sfidò e vinse su altre liste e a quella squadra dobbiamo, come stiamo facendo, essere leali anche rimanendo fuori dalla compagine amministrativa, altrimenti significherebbe far saltare ogni riferimento e – questo sì – tradire la città che ha scelto da chi farsi governare per cinque anni.
Chi, dentro la maggioranza, lo ha fatto, credo abbia spiegato le ragioni e valutato le conseguenze nei confronti degli elettori ma non per questo è possibile condannare chi ha deciso di rimanere per difendere la città e onorare gli elettori.
Sorprende, peraltro, che la pattuglia del PD abbia subordinato “altre decisioni” all’esito dell’incontro col Prefetto, il quale non potrebbe in nessun caso e ancor di più oggi, fornire loro alcuna altra indicazione proprio perché ne conseguirebbe, sul piano professionale, una gravissima deminutio del proprio ruolo e la perdita di credibilità degli stessi consiglieri di minoranza.
In buona sostanza, se la minoranza vuole dimettersi lo faccia subito senza accampare scuse e soprattutto senza subordinare le dimissioni a eventi futuri e quanto mai incerti, che servono solo a creare uno schermo dietro il quale mistificare la tragicomica situazione in cui si trova il PD.
Piuttosto spieghino, gli uomini del PD, come hanno e intendono affrontare la sonora bocciatura che anche la città ha sancito sul Referendum Costituzionale.
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