Quando inizia un nuovo anno scolastico, sono d’obbligo auspici, speranze ed auguri per i ragazzi che intraprendono per la prima volta il percorso scolastico, per chi lo prosegue, per i docenti e le famiglie. La scrittrice torinese Paola Mastrocola (insegnante) nel suo romanzo “La gallina volante” , riferendosi al primo giorno di scuola lo descrive così: “Uno non se ne accorge subito. Il primo giorno di scuola è una specie di doccia o troppo fredda o troppo calda, non riesci a capirci niente, siamo tutti tirati. Loro (i ragazzi) perché non conoscono la scuola, l’aula, i compagni, i professori. Noi perché non conosciamo loro, noi sappiamo che ci giochiamo tutto”. L’affermazione “noi ci giochiamo tutto” credo che possa essere lo slogan di questo anno scolastico che inizia e non solo perché racchiude la sfida di un nuovo percorso per le famiglie, per i docenti, per gli alunni tutti, ma una sfida strettamente legata al futuro della società, formata da tante comunità e realtà che come non mai hanno bisogno della scuola, del suo ruolo formativo, educativo e di progresso mentale che “costruisca” persone prima che scolari.
Anche quest’anno in molte scuole la campanella non suonerà per tutti! Gli studenti disabili sono ormai i c.d. “discenti in deroga”, potranno usufruire del loro diritto allo studio e a frequentare la scuola qualche mese dopo! I soliti ritardi nel nominare gli insegnanti di sostegno, che le istituzioni locali competenti forniscano materiale didattico specifico, educatori, ecc. La Regione Calabria negli ultimi mesi, grazie all’impegno ed alla sensibilità dell’Assessore al ramo Dott.ssa Federica Roccisano, ha deliberato il “Piano per il diritto allo studio allo studio 2016” (incrementando i fondi per l’integrazione scolastica degli alunni disabili), firmato protocolli di politiche attive per aumentare il numero di assistenti di base e degli educatori, emanato linee guida sui DSA ed anche l’introduzione nelle scuole dell’educazione al sentimento reciproco ed inclusivo. Insomma un caterpillar di interventi che sulla carta blindano un sistema scolastico quasi da ogni carenza didattico-educativo-integrativo-inclusivo dei discenti disabili e non solo. Ma gli impatti di tutti questi provvedimenti spesso sono come un sasso gettato in uno stagno, che crea onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti. Ecco che possono creare l’effetto di risveglio di coscienze, di reazioni a catena positive e/o quanto meno di obbligate reazioni, così come l’onda può giungere talmente affievolita che indifferenza regna ed indifferenza continua a regnare! Per questo le Associazioni di categoria devono essere la lente di ingrandimento sul territorio, per vedere dove si insedia l’indifferenza e l’inefficienza! Se le istituzioni emettono atti per macro interventi, le associazioni di categoria devono constatare per micro impatti, ossia verificare sul territorio l’osservanza della legge, la tutela dei diritti e farsi portavoce di ogni abuso o non ottemperanza e non solo, devono essere i principali interlocutori con le istituzioni per rivendicare ciò che non funziona e per suggerire nuovi e più incisivi interventi.
Silvana Ruggiero (A.GE.S.S.)
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