VILLA SAN GIOVANNI – «L’idea del regolamento è quella di poter dare risposte lineari e trasparenti alle tante richieste da parte di interi nuclei familiari che quotidianamente bussano alla porta dell’assessorato e della casa comunale per richiedere firme di contributi e alloggi». Così l’assessore alle Politiche di coesione sociale, Maria Grazia Richichi, spiega il senso del regolamento delle emergenze abitative, approvato all’unanimità durante il civico consesso di mercoledì sera. Gli opposti schieramenti politici fanno dunque fronte comune davanti alla necessità di disciplinare l’assegnazione, i criteri e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, o altri immobili (beni confiscati assegnati all’ente) in disponibilità dell’amministrazione comunale e destinati in via temporanea a fronteggiare le situazioni di emergenza abitativa, in conformità alla legge regionale 25 novembre 1996 n.32. Venti norme che vanno a mettere ordine nella lunghissima fila di aspiranti beneficiari di abitazioni, bisogno molto diffuso e quindi origine di malcontento ogni volta che qualcuno ha ritenuto di essere stato escluso ingiustamente dalla graduatoria di turno. Da qui l’importanza del documento appena ratificato dalla massima assemblea cittadina, cui i soggetti interessati dovranno attenersi senza se e senza ma. Intanto, possono presentare domanda per l’assegnazione delle unità abitative i nuclei familiari in condizione di grave disagio abitativo e in possesso, tra gli altri, del requisito dell’insussistenza di patrimonio mobiliare (beni mobili, titoli, azioni ecc) di valore superiore a 5 mila euro. E ancora possono aspirare a una casa popolare soggetti che si trovano in determinate condizioni, tra cui quella di abitare da almeno un anno, in alloggio impropriamente adibito ad abitazione, ad esempio baracche, stalle, grotte, caverne, garage, cantine ecc. Le domande, redatte su apposito modulo fornito dal Comune, possono essere presentate, senza soluzione di termine, all’ufficio protocollo del palazzo municipale. Il responsabile del settore politiche sociali o un dipendente comunale, appositamente delegato, sarà responsabile dell’istruttoria delle domande e le sottoporrà alla valutazione della commissione per l’emergenza abitativa, costituita dai responsabili dei settori comunali preposti e da un assistente sociale dell’ambito territoriale 14. La graduatoria di assegnazione è formata sulla base di punteggi e criteri di priorità, in relazione alle condizioni soggettive del richiedente e del suo nucleo familiare. E per i prossimi beneficiari la prima raccomandazione è questa: «La morosità superiore a due mesi nel pagamento del canone di locazione e delle quote accessorie per servizi è causa di risoluzione del contratto, con conseguente decadenza dall’assegnazione».
fra.me.
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