SCILLA – La battaglia al Tar la vince “Welcome to Scilla”. A poco più di tre mesi dall’udienza di apertura del procedimento, a margine della quale il sindaco Pasqualino Ciccone già gridava alla vittoria, arriva il primo verdetto ufficiale sulla querelle per l’utilizzo del castello “Ruffo”. Ed è un verdetto nettamente a favore dell’associazione di imprenditori locali vincitrice di due bandi Por Calabria Fesr 2007/2013 per la valorizzazione dei castelli calabresi, nel caso in questione del maniero scillese. Il Tribunale amministrativo regionale ha infatti accolto il ricorso della “Welcome to Scilla” per l’annullamento della nota con cui Ciccone bloccava la sottoscrizione degli atti necessari alla definizione dell’iter inerente ai due bandi. Senza il placet del primo cittadino, l’iter subiva uno stop e il finanziamento andava perso. Gli imprenditori non ci stavano e proponevano ricorso al Tar costringendo sia il Comune che la Regione a costituirsi in giudizio. A distanza di alcuni mesi, ecco che oggi i rappresentanti di “Welcome to Scilla”, assistiti dagli avvocati Francesca Gangemi e Giovanni Gurnari, sono riusciti a far valere le proprie ragioni. Altro che castello «svenduto ai privati» e «operazione illegittima», niente di tutto questo era stato messo in atto dalla passata amministrazione Caratozzolo né tanto meno dalle imprese scillesi che avevano aderito al Por con i progetti “Planetario” e “Museo del mare”. Progetti non legati alle singole attività economiche degli imprenditori associati, e comunque solo in parte finanziati dal Por, visto che il 25% avrebbero dovuto investirlo proprio i privati. L’idea era semplicemente quella di «riempire una scatola vuota», ovvero di valorizzare il castello con alcune attrattive capaci di richiamare visitatori e turisti. Ne avrebbe beneficiato “Welcome to Scilla”, ma anche la biglietteria d’ingresso al castello gestita dal Comune. Una boccata d’ossigeno tanto per l’economia locale (tutta, considerando il potenziale flusso di presenze) quanto per le casse dissestate di palazzo “San Rocco”. Senza nessuna intenzione di mettere in discussione il ruolo del Comune nel castello, in parte gestito dall’ente ma di proprietà demaniale. Davanti a una concreta occasione di crescita, Ciccone ha però preferito fare le barricate e aprire le ostilità. Ne è risultato che, almeno per adesso, la giustizia gli ha dato torto. Il Tar ha pubblicato la sentenza poco dopo la trattazione di merito del ricorso, senza avere alcunché da riesaminare. E regalando una «grande soddisfazione» ai rappresentanti di “Welcome to Scilla”, felici di aver visto riconosciuta la bontà dei loro progetti, sebbene rammaricati per «l’ennesima occasione persa per Scilla», forse l’unico comune calabrese dove non si è attuato il progetto turistico-culturale del Por 2007/2013. Logico il rammarico per i fondi persi, e per aver investito soldi e tempo, in progetti, consulenze e altro ancora, per poi vedere tutto andare in fumo. Un danno non indifferente, e un eventuale risarcimento altrettanto importante. Resta da vedere se la vicenda approderà al Consiglio di Stato. fra.me.
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