BASKET. Dallo “scatolone” di Palmi ai più prestigiosi palasport del mondo: la storia di Kobe Bryant

Nei giorni più recenti il ritiro di Kobe Bryant, guardia e all’occorrenza playmaker e ala piccola dei Los Angeles Lakers dal 1996 al 2016, ha fatto il giro del mondo toccando il cuore di coloro i quali hanno il basket come ragione di vita.
Figlio del cestista storico della stagione 1986/87 della Viola Joe “Jellybean” Bryant, che ha segnato in una gara con la maglia neroarancio ben 69 punti ,Kobe si è formato proprio in quegli anni allo “scatolone” di Palmi mettendo in pratica la verve inculcatagli dal padre e, nonostante avesse solo otto anni e nonostante fosse solo un “rookie” (principiante nel gergo della pallacanestro), Bryant junior era predestinato a portare la divisa da campione.
Nonostante sia diventato il terzo cestista più prolifico dopo Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone e nonostante abbia raggiunto la fama, Kobe non ha dimenticato mai l’esperienza che ha fatto a Reggio Calabria citandola più spesso nelle varie interviste.
Persino il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha omaggiato via Facebook Kobe postando un video che ripercorre la sua carriera scrivendo “Tutto il mondo ne ha parlato, ricordando le tue origini cestistiche a Reggio Calabria. Un sincero saluto dalla città che ti ha visto muovere i primi passi su un campo di basket, mentre tuo padre Joe “Jellybean” portava in alto i colori neroarancio della Viola Reggio Calabria…Reggio ti aspetta, Kobe Bryant!”