L’intervento di Pasqualino Ciccone
SCILLA – Bagno di folla per la prima uscita pubblica ufficiale della lista civica “Noi per Scilla”, guidata dal candidato a sindaco Pasqualino Ciccone e caldeggiata in primis dal Partito Democratico. Per tutto l’incontro di apertura della campagna elettorale, domenica pomeriggio nel salone parrocchiale, il refrain alla platea è soprattutto uno: «L’unica speranza di riscatto e ripresa per il paese è la vittoria di “Noi per Scilla”». Questo il forte invito lanciato prima dal segretario del Pd locale Gaetano Ciccone, fratello dell’aspirante primo cittadino, dopo dall’assessore regionale Nino De Gaetano e dal consigliere regionale Mimmo Battaglia, e infine dallo stesso Pasqualino Ciccone. A intermezzare il loro appassionato giro di interventi, moderati dal giornalista Pietro Bellantoni, la presentazione di tutta la squadra e le dichiarazioni dei relativi candidati. Altro tema portante della manifestazione, come per ogni iniziativa di campagna elettorale che si rispetti, le stoccate verso gli avversari politici. Con la vicenda del dissesto finanziario del Comune a farla da padrona: «Un autentico autogol, visto che non era necessario». Dito puntato tanto su Domenico Mollica quanto su Francesco Santacroce, condottieri di due liste civiche «figlie – ricorda Gaetano Ciccone – dell’esplosione di quell’amministrazione». Amministrazione sciolta anticipatamente al culmine di un lungo periodo di “mal di pancia” nella maggioranza, contrassegnato pure dalle dimissioni di Mollica dall’incarico di vicesindaco e assessore. «Ma anche Santacroce – tiene a sottolineare Ciccone – era ben rappresentato nella compagine esplosa. Oggi, dunque, si ripresenta per riproporre alla città lo stesso menù? La stessa manfrina?». In discussione non sono le persone, ma il loro modus operandi per fare breccia sugli elettori: «Mollica – tuona Ciccone – fa populismo. Anzi, più che populista è un millantatore: promette cose che non può mantenere. La sua proposta politica non l’ho capita. Santacroce si attribuisce valori cattolici, positivi, ma che contrastano con il centrodestra, che dovrebbe sostenere la sua lista». Per Ciccone, la strada da seguire resta una: «La nostra è una proposta collettiva, non facciamo populismo. Aver riempito oggi questa sala è già un passo in avanti, impegniamoci tutti per far vincere “Noi per Scilla”!». Appello al voto rilanciato quindi da Nino De Gaetano, che garantisce l’appoggio della Regione per tutte le questioni irrisolte a Scilla: ospedale, infrastrutture (ascensore in testa), turismo e quant’altro. Arriva il momento di Pasqualino Ciccone e il candidato a sindaco, emozionato ma galvanizzato dalla partecipazione della gente, parla quasi tutto d’un fiato e passa in rassegna momenti trascorsi e progetti futuri: dalla sconfitta di misura alle elezioni del 2011 ai successivi quattro anni tra i banchi dell’opposizione «per difendere gli interessi collettivi», con alcune battaglie vinte (la mancata concessione della scuola di Marina Grande a un istituto di formazione) e altre perse (la tanto discussa dichiarazione di dissesto). «Prendiamo atto che alcuni che hanno approvato il dissesto non si ricandidano – evidenzia Ciccone – mentre altri sì, come Mollica e qualcuno nella lista di Santacroce». Ciccone prosegue spiegando il simbolo e il nome della lista: «Il castello di Scilla dentro un mappamondo, perché dobbiamo pensare in grande e portare la nostra città al centro dell’attenzione anche fuori dall’Italia. “Noi per Scilla” perché quelli che ci hanno preceduto non erano per Scilla». Essere per Scilla, secondo Ciccone, significa «rompere l’immobilismo della nostra realtà». Come? Con nuovi spazi di aggregazione, sostenendo i giovani disoccupati, lottando per l’ex ospedale, completando le opere ferme al palo, cogliendo le opportunità dei finanziamenti europei, sfruttando la sinergia istituzionale con la Regione, istituendo i consigli di quartiere, aprendo le stanze del comune a tutti i cittadini, migliorando il servizio di raccolta differenziata ecc. Sebbene gli effetti del dissesto continueranno a farsi sentire almeno fino al 2017, per Ciccone tutto questo e tanto altro si può fare. Restano, certo, da definire le modalità per riuscirci. «Non è populismo – ribadisce infine Ciccone – è certezza! Spero che i cittadini non cadano nella trappola della facile promessa. Siamo l’unica speranza per Scilla, che altrimenti è destinata al buio totale. Adesso tocca a noi!». f.m.
Il tavolo dell’iniziativa
SCILLA – Pasqualino Ciccone ha presentato le linee guida del suo programma per Scilla e ha chiamato attorno a sé, uno ad uno, i candidati che lo sosterranno in questa nuova discesa in campo. Ad accompagnarlo ci sono tanti amici e fedelissimi, che non lo hanno abbandonato dopo la sconfitta del 2011. «Siamo rimasti uniti», dice orgoglioso l’aspirante primo cittadino. La lista civica “Noi per Scilla” rappresenta un po’ tutta la società civile e vanta la presenza di affermati professionisti in vari campi, imprenditori, studenti universitari. Tra vecchie conoscenze e new entry, Pasqualino Ciccone scommette sulla sua squadra e si affida allo studente universitario nonché dirigente Pd Francesco Catalano, alla dottoressa in Lingue Pasqualina Ciccone, agli imprenditori Filippo Cotroneo, Pietro Mangeruca, Girolamo Paladino, Domenico Scarano e Maria Salvaguardia, all’agronomo Giovanni D’Agostino, all’avvocato Maria Gattuso, all’impiegato Giuseppe Federico, alla dottoressa in Farmacia Francesca Lumia e al medico chirurgo Mario Patafio. f.m.
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