CAMPO CALABRO – «E’ fatto divieto agli esercenti bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo le cui attività insistono sul territorio comunale, di avviare l’attività di somministrazione ancorché esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto».
La recente ordinanza del sindaco Sandro Repaci parla chiaro e annulla (o, in gergo burocratico, rende inapplicabili) le ultime disposizioni regionali.
Campo, dunque, «nell’interesse superiore della salvaguardia e della tutela della salute dei nostri concittadini» sceglie di riallinearsi «ai tempi ed alla ratio di riapertura di alcune attività come dettate dal Decreto presidenziale del 26 aprile».
Le decisioni regionali hanno scatenato un intenso focolaio di polemiche anche a Campo Calabro. «Scaricare sui Sindaci, nel cuore della notte, l’onere di gestire una così convulsa fase di riavvio di alcune attività che proprio perché strategiche necessitano di una accurata programmazione della ripartenza non è utile a nessuno. L’ordinanza regionale emessa poco prima delle 22 del 29 aprile costituisce – tuona il primo cittadino Sandro Repaci- un provvedimento repentino, difficilmente spiegabile ed in chiara controtendenza rispetto alla linea prudenziale che ha consentito alla Calabria di ridurre praticamente a zero i contagi da Coronavirus, e lo è ancora di più perché assunto senza alcuna consultazione con l’Anci e mutando nello spazio di poche ore il quadro delle misure di contenimento così faticosamente costruito dai vari livelli istituzionali e dal comportamento responsabile dei cittadini. Siamo fiduciosi che una maggiore concertazione fra i livelli istituzionali, la cui richiesta è stata reiterata con vigore nel corso della notte del 29 aprile dall’Anci Calabria, ci farà superare questo grave momento, contemperando la tutela della salute con la ripresa di una economia che riconosciamo si fragile e bisognosa , ma di aiuti efficaci, immediati e concreti».
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