VILLA. 28 anni senza il giudice Scopelliti, la figlia Rosanna: «Verrà scritta la parola fine al delitto»

10 Agosto 2019
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di FRANCESCA MEDURI

VILLA SAN GIOVANNI – Il tempo della verità e della giustizia non è ancora arrivato per il giudice Antonino Scopelliti, ma oggi più che mai è necessario e doveroso mantenere viva la speranza, continuando al contempo a promuovere la sua azione e i suoi valori tra le nuove generazioni e non solo. È questo, sostanzialmente, il messaggio che fa da filo conduttore alla commemorazione del 28esimo anniversario della morte del magistrato campese, svoltasi come sempre a Piale di Villa San Giovanni, nel luogo esatto in cui, il 9 agosto 1991, fu barbaramente assassinato dalla criminalità organizzata. 

Davanti alla stele in ricordo di Nino Scopelliti si radunano rappresentanti del mondo politico e istituzionale, delle forze dell’ordine, della magistratura, dell’associazionismo, con i ragazzi di CalabriainCampus in prima linea capitanati da Rosanna Scopelliti, presidente dell’omonima Fondazione in onore del padre. Un parterre meno nutrito del solito non ridimensiona la partecipazione di personalità di spicco come il procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e i colleghi Gaetano Paci (procuratore aggiunto di Reggio Calabria), Giuseppe Lombardo (sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia reggina) e Luciano Gerardis (presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria).

Altrettanto significativa la partecipazione dei vertici delle forze dell’ordine: Anna Aurora Colosimo, vice prefetto vicario di Reggio Calabria; Agostino Brigante, vice comandante della Guardia di Finanza di Reggio Calaria; Rosario Marchese, comandante in seconda della Direzione Marittima della Calabria e della Basilicata; Stefano Romano, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Reggio Calabria; Nicodemo Morrone, commissario di Ps della Questura di Reggio Calabria; Giuliano Carulli, comandante della Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni; Giuseppe Bonfardino, comandante della Stazione Carabinieri di Villa San Giovanni; Ugo Fusco, comandante della Guardia di Finanza di Villa San Giovanni; Donatella Canale, comandante della Polizia Locale di Villa San Giovanni. Presenti, naturalmente, le amministrazioni comunali di Villa San Giovanni e Campo Calabro, con i sindaci Giovanni Siclari e Sandro Repaci; e ancora l’assessore Antonino Zimbalatti per il Comune di Reggio Calabria e il capo di gabinetto della presidenza del Consiglio regionale Ugo Massimilla. Non passa inosservata l’assenza della Città Metropolitana di Reggio Calabria, mentre non mancano all’appuntamento con la memoria il senatore di Fi Marco Siclari e la deputata del M5S Federica Dieni, un villese e una campese in contrasto sugli scranni del Parlamento nazionale ma accomunati dall’attaccamento alla terra d’origine, anche e soprattutto nel giorno del ricordo del giudice Scopelliti. Poi, oltre alla consueta partecipazione dell’associazione di casa Ponti Pialesi e delle associazioni combattentistiche e d’arma con gonfaloni e bandiere, anche quella del segretario regionale e provinciale del Sindacato autonomo di Polizia, Michele Guerriero, dell’imprenditore vittima di mafia Tiberio Bentivoglio e della dirigente dell’Istituto Piria di Rosarno Maria Rosaria Russo.

La cerimonia, condotta dal giornalista Saro Bellè del Comune di Villa San Giovanni, prende il via con la lettura, ad opera dei ragazzi di CalabriaInCampus, dei messaggi del presidente della Camera Roberto Fico e del presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari. Tocca quindi alle autorità locali, a cominciare da Giovanni Siclari: «Da 28 anni ancora attendiamo di conoscere la verità e una parola definitiva sull’omicidio di un magistrato incorruttibile condannato a morte perché faceva il suo dovere. La lezione di vita che ha dato a tutti noi è indelebile, e tale deve rimanere col passare del tempo nelle menti dei giovani», così il sindaco di Villa delineando la figura del giudice Scopelliti e sottolineando il continuo impegno della sua amministrazione sul tema della legalità. Sulla stessa scia il primo cittadino di Campo Calabro: «Non bisogna dimenticare, ma bisogna lavorare perché nessuno dimentichi: questo è il compito più arduo – sostiene Sandro Repaci parlando del giudice Scopelliti e della sua azione – che ci tocca. Il nostro dovere principale è trasmettere i valori di Nino Scopelliti alle nuove generazioni, e trasmettere la dimensione dell’unità. Ciascuno di noi è responsabile di un pezzo di memoria del giudice e la deve coltivare. Rendiamo questo sacrificio vivo – conclude Repaci ricordando l’uccisione di Scopelliti – e trasmettiamolo ogni giorno ai nostri giovani».

L’importanza del ricordo viene evidenziata velocemente pure dall’assessore reggino Zimbalatti, fino all’intervento clou della cerimonia con protagonista Rosanna Scopelliti. «In questo luogo – afferma commossa la presidente della Fondazione Scopelliti – ritrovo la forza per andare avanti, per portare avanti le battaglie di cui sento la responsabilità, le battaglie che mi hanno costretto a combattere. Chi ha commesso l’atroce delitto di mio padre non ha ancora pagato, ma mi dà forza, facendomi sperare e lottare, anche il fatto che questo luogo è diventato, negli anni, un punto di incontro, di riflessione, di riscatto. Io sono sicura – dichiara ottimista Rosanna Scopelliti – che verrà scritta la parola fine al delitto Scopelliti. C’è un’indagine difficile, e andare oltre a delle verità preconfezionate costa un po’ di tempo; la verità esiste e andare a tirarla fuori è complesso e può andare a scardinare sistemi che si sono cristallizzati nel tempo, ma ripongo sempre la massima fiducia nel lavoro della magistratura». Rosanna Scopelliti non trattiene una nota di rammarico per qualche assenza di troppo alla cerimonia: «Quando ero parlamentare tutti mi cercavano per partecipare a questo evento! Ma le vittime di mafia, tutte le vittime di mafia vanno ricordate a prescindere dai ruoli di ognuno di noi. Sono certa, comunque, che oggi, ancora una volta, mio padre sta continuando a vivere e un giorno, a mia figlia, voglio raccontare – chiude Rosanna Scopelliti rivolgendosi ai magistrati della Dda reggina – chi ha ucciso il nonno, vorrei che lei ne portasse avanti i valori e il pensiero».  A chiudere il giro degli interventi il viceprefetto Colosimo e i parlamentari Dieni e Siclari, i quali rimarcano l’alta figura del giudice Scopelliti e l’azione dello Stato contro la ‘ndrangheta e tutta la criminalità organizzata. 

Come sempre toccante il momento solenne dell’alzabandiera e della deposizione delle corone d’alloro ai piedi della stele dedicata ad Antonino Scopelliti, che 28 anni dopo, e questa è una vittoria frutto dell’opera di memoria portata avanti negli anni, non è più un “giudice solo”.

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